La relazione dell'Incontro del 30 Gennaio 2007
" Siamo tutti Adottati..."
La serata, condotta dalla pediatra dr.ssa Silvia Di Chio e dal Neuropsichiatria Infantile    Dr. Fischbein Maurizio (due professionisti che esercitano presso la Casa di Cura San Pio X di Milano), ha sviluppato la delicata tematica del rischio sanitario e psicologico nell’adozione e commentato lo stato d'ansia che spesso viene esternato da molti genitori adottivi.

A differenza dei figli adottivi italiani, per i quali la situazione sanitaria dovrebbe essere maggiormente documentata, per i minori provenienti da paesi stranieri, sottosviluppati o comunque igienicamente limitati e arretrati, raramente si riuscirà a ricevere un profilo sanitario dettagliato e veritiero. Entrando in famiglia diventa quindi necessario e basilare fare un’anamnesi completa del bambino sotto diversi punti di vista: familiare, fisiologico e patologico. Mentre il primo è incentrato sullo studio del bambino in funzione agli usi e abitudini della famiglia di origine, il secondo prende in esame le notizie derivanti dalla gestazione, dal parto e dai primi momenti di vita, infine il terzo tende a considerare eventuali sue malattie e malformazioni.

Purtroppo solo il 20% delle malattie è riconoscibile da una semplice visita medica e senza esami specialistici di laboratorio e comunque si è potuto verificare che in Italia non ci sono molti centri specializzati che si occupano di patologie infantili in ambiti di adozione e soprattutto internazionale. Si possono tuttavia citare le due principali strutture sanitarie italiane: il Meyer di Firenze e il Negrar di Verona.

Il protocollo approvato dalla Commissione Adozioni Internazionale il 15 gennaio 2002 ha stabilito un criterio comune per la determinazione della anamnesi di un bambino a seconda del paese di provenienza.
Risulta però importante e fondamentale conoscere e comprendere un bambino con la sua storia e il suo vissuto prima di procedere a tormentarlo con tutta una serie di esami e visite.
Oltre al check-up sanitario è possibile e opportuno sottoporre il bambino all’iter delle vaccinazioni comunemente utilizzato nel nostro paese. La pediatra ha quindi effettuato una panoramica sulle vaccinazioni, per le quali vi rimandiamo alla presentazione allegata.

Una volta considerato l’aspetto prettamente fisico è opportuno verificare e salvaguardare anche il trauma psicologico a cui vanno incontro. Il Dr. Fischbein ha paragonato il bambino adottivo a un diamante grezzo che deve essere lavorato e sfaccettato dai genitori per renderlo brillante e luminoso in uno spazio di fiducia e condivisione reciproca. Non deve essere dimenticato che sia il bambino che il genitore hanno adottato. Bisogna lavorare sulle ferite affettive del bambino per evitare che lui si costruisca una tana impenetrabile in cui rifugiarsi nascondendo i propri pensieri, sentimenti, problemi, paure. E’ una situazione comune quella che vede il figlio adottivo avere difficoltà nel trovare uno spazio di condivisione totale con i genitori. Il papà e la mamma devono trasformare la tana del figlio in un recinto comune, devono essere in grado di trasmettergli una totale fiducia, devono essere in grado di superare la barriera dell’aggressività, della paura e della diffidenza che protegge la fragilità di una persona bisognosa di affetto e amore. E’ questa la migliore medicina per riuscire a scoprire la dimensione di nostro figlio, per riuscire a creare un legame profondo, esclusivo, vero e unico con lui.

Ringraziamo per la disponibilità dimostrata la dr.ssa Di Chio e il Dr. Fischbein e siamo certi che i loro preziosi suggerimenti sapranno essere di grande aiuto nell’esperienza quotidiana di ciascuna famiglia.

Diapositive della serata (1339078 byte)

Viviana e Andrea