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Arriva il 'listino' per le Adozioni Internazionali

                                                                                     

Gli enti hanno preparato i “listini”. Adozioni, e adesso il prezzo è giusto

 di Benedetta Verrini - Estratto dal sito di Vita No Profit

 

Prezzi calmierati e una sola parola d'ordine: trasparenza. Tutto nella delibera della commissione pronta a febbraio.

Adozioni meno care. Costi chiari, trasparenti, ancorati alla qualità del servizio: la Commissione adozioni internazionali ha raggiunto il suo obiettivo. Dopo un intenso lavoro con gli enti autorizzati, l'Autorità centrale presieduta da Melita Cavallo è pronta a ufficializzare i tetti massimi di spesa per le coppie italiane.
I dati conclusivi sono stati presentati in una riservatissima assemblea che si è tenuta a Roma lo scorso 9 gennaio e prevedono un taglio davvero consistente (passibile di ulteriori modifiche, perché il documento ufficiale sarà presentato soltanto ai primi di febbraio). Per adottare un minore straniero le coppie italiane dovranno sostenere, in Italia, da una spesa minima di 1.300 euro fino a un massimo di 4000 euro. Per la fase all'estero i costi andranno da un minimo di 3.500 euro (riferibile al Marocco, che è il Paese meno caro) a un massimo di 9-10mila euro (sono molto care le spese in Honduras, Nepal, Russia).

Sì alla trasparenza
"La grande svolta del documento che stiamo elaborando riguarda, prima di tutto, la trasparenza", annuncia la presidente della Commissione, Melita Cavallo. "Tutte le coppie che desiderano adottare potranno valutare i costi di ciascun ente nello specifico, in modo analitico, per Paese estero e per servizio offerto. Sui servizi, in particolare, abbiamo stabilito delle fasce di qualità: premesso che tutti gli enti offrono alle coppie una preparazione minima adeguata, si spenderà di più presso quelli che garantiscono, ad esempio, un accompagnamento all'adozione con il contributo di consulenti specializzati e una preparazione di particolare qualità".

Enti in tre fasce
In poche parole, i 63 enti autorizzati all'adozione internazionale hanno compilato dettagliate schede costi, autocertificando i servizi che sono in grado di offrire alle coppie in attesa di adottare. Si parla di parametri fondamentali, come il personale dell'ente autorizzato e le sue strutture, la consulenza psicologica, la consulenza legale e fiscale, le aree d'intervento dell'ente (in quali e quanti Paesi opera), ecc. Il tavolo di lavoro della Commissione ha ripartito queste attività in tre diverse fasce: la fascia A, che corrisponde alla qualità minima necessaria dei servizi, comporta una spesa di circa 1.300 euro. La fascia B, che garantisce servizi di qualità intermedia, comporta una spesa di circa 2.300 euro; la fascia C, che garantisce il percorso pre-adottivo di migliore qualità, comporta la spesa massima di 4.100 euro.
"Siamo molto soddisfatti che sia passata questa visione analitica dei costi", sottolinea Lele Di Blasio, responsabile dei servizi centrali del Ciai, "perché permette una forma di trasparenza preventiva dei costi, che renderà più agevole la scelta delle coppie. L'autocertificazione dei servizi da parte degli enti, a mio avviso, imporrà anche una valorizzazione del momento ispettivo della Commissione. Ma c'è un altro aspetto molto importante: le cifre indicate sono i tetti massimi di spesa. Ciò significa che richieste ulteriori di denaro, da parte degli enti, non saranno più in alcun modo ammissibili".
Le “disavventure” di diverse coppie che, soprattutto in alcuni Paesi dell'Est europeo, si sono viste richiedere ulteriori somme di denaro per concludere la procedura adottiva, dovrebbero finalmente diventare storia vecchia. "In una situazione del genere, le coppie dovrebbero assolutamente rifiutarsi di pagare e denunciare l'accaduto", sottolinea con forza Melita Cavallo. "Faccio appello al senso civico e anche alla responsabilità di genitori che queste vogliono assumersi: ogni somma pagata in più del necessario risulta una violazione e un danno nei confronti dei bambini e dell'intero sistema. Inoltre, all'ente che contravviene a queste regole, viene revocata l'autorizzazione".

Un passo avanti
E proprio sul fronte delle spese all'estero, che in alcuni Paesi risulta ancora piuttosto elevata, la Commissione sta lavorando per limare ulteriormente i costi: grazie agli accordi bilaterali, che consentono di mettere in piedi una rete organizzativa più efficiente, fino all'idea di formare interpreti e referenti sul posto, che potrebbero trasformarsi in professionisti a “tariffe calmierate”.
La variabilità dei costi all'estero, peraltro, è legata a molti fattori: oltre alle spese burocratiche (bolli, diritti, spese al Consolato), ci sono quelli legati al lavoro del rappresentante locale dell'ente e alle giornate lavorative dedicate alla coppia. A questi si possono aggiungere servizi supplementari richiesti dalle coppie (personale sanitario, autisti, interpreti, volontari all'estero ecc) e, naturalmente, restano escluse le spese di viaggio e soggiorno all'estero. "La definizione dei costi rappresenta un ottimo traguardo" commenta Marco Griffini, presidente di AiBi. "Un primo passo verso un altro importante obiettivo: rendere l'adozione internazionale completamente gratuita. In fondo, essa rappresenta a pieno titolo uno strumento di cooperazione internazionale e come tale dovrebbe essere finanziato. Sotto un profilo etico, poi, l'adozione è una scelta da valorizzare: in questo senso, le associazioni hanno un impegno ad accentuare la loro opera di sensibilizzazione. Infine, la famiglia che desidera accogliere un minore che nessun altro vuole, è una risorsa. Perché tassarla ancora?".

 

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             Aggiornato il 27-04-2022