La relazione dell'Incontro del 28 Febbraio 2006
Testimonianza - Adozione di fratelli in due momenti diversi

L’incontro di Febbraio ci ha portato la testimonianza di Flavia e Lorenzo, una coppia che tra il 1985 e il 1990 ha deciso di intraprendere la strada della genitorialità adottiva, accogliendo così due bimbi in due momenti diversi, prima in Brasile e poi negli Stati Uniti.

Il primogenito, Francesco, aveva solamente cinque giorni quando è stato adottato in Brasile. In lui “spicca inevitabilmente il tipico dna delle sue origini sudamericane”, che lo portano ad essere costantemente socievole, sereno e contento della vita, anche se il non idilliaco curriculum scolastico lo indirizza presto nel mondo del lavoro, da prima come operaio poi nell’attuale lavoro impiegatizio presso una società di informatica.

Jenny è una splendida ragazza di colore, originaria degli Stati Uniti, arrivata all’età di cinque mesi, a seguito di un abbandono alla nascita da parte di una donna che non ha saputo conciliare carriera e successo con pannolini e pappine. Durante il periodo della scuola media le viene diagnosticata una particolare forma di “diabete giovanile”, che tutt’oggi accetta con difficoltà.

Dalla storia e dall’esperienza di questa famiglia emerge l’importanza di narrare e raccontare ai figli la loro storia, il loro abbandono, senza mai condannare le madri biologiche e, qualora i figli lo richiedessero, dimostrando loro piena disponibilità a consegnare l’eventuale documentazione in possesso, aiutandoli quindi a ricostruire il loro passato accompagnandoli magari anche (un giorno) nel loro paese di origine.

Crescendo, i figli devono giungere alla consapevolezza dell’accettazione e della valorizzazione della propria personalità. In questo cammino occupa una fondamentale importanza la collaborazione educativa tra genitori e corpo docente, che ha in carico la formazione scolastica dei figli. La scuola è e rimane un’importante palestra formativa, intellettuale, educativa e morale per la crescita di ogni ragazzo. E’ quindi necessario instaurare un rapporto comunicativo e di reciproco dialogo tra genitori e insegnanti, cercando di rimanere presenti e vigili alla realtà scolastica piena di insidie, confronti e sfide.

Un'altra riflessione giunge dal rischio sanitario che spesso mette in crisi la coppia, sia al momento di dare disponibilità all’adozione del minore, che all’accettazione di un abbinamento. Nel caso di Jenny apparentemente il rischio non esisteva, ma crescendo, più o meno nell’età dello sviluppo, è emerso un problema relativo ad una forma particolare di diabete, che la porta oggi costantemente ad assumere quei farmaci necessari a mantenere sotto controllo determinati valori. La famiglia sta ancora lottando e lavorando per l’accettazione pacifica di questa situazione, che dalla ragazza viene affrontata, insieme all’evidente aumento del peso corporeo, come un altro elemento di diversità della sua persona ... anzi forse questo è per lei “più importante” che la diversità per il colore della pelle.

Una conclusione che emerge da questa serata, parlando di questi ragazzi che attualmente vivono la loro fase adolescenziale (oggi hanno 20 e 16 anni), è che non esiste una così netta differenza tra figli adottivi e figli biologici, in quanto nella vita di ogni giorno, nella quotidianità le problematiche che si possono incontrare sono le medesime. Quindi è nella formazione, nell’educazione e nella partecipazione al vissuto quotidiano dei propri figli che i genitori devono spendere tutte le loro energie e le loro cartucce per dare loro la capacità e tutte le competenze necessarie per poter camminare sicuri e determinati verso il loro futuro nella nostra società!

Grazie cara famiglia per la vostra preziosa testimonianza di vita!

 

Viviana e Andrea