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Emozioni con le Ali

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Emozioni... con le Ali
E' la pagina dedicata a poesie, lettere e pensieri che le nostre famiglie hanno scritto per descrivere emozioni e momenti vissuti nel corso della propria vita adottiva.
Ed in occasione di celebrazioni importanti anche i bambini recitano emozionanti poesie!
Volete farci emozionare un po' anche voi? Scriveteci! info@leradicieleali.com
Buona lettura e buon ascolto!
...dimenticavo! Poesie, Filastrocche e Ninne Nanne continuano anche sul nostro Forum, vi piacerà!
Notte da vivere
Poesia per le Festività 2021, grazie a Francesco e... Auguri!
Il dono atteso
Poesia per il Santo Natale 2020, apprezzata ed attesa ogni anno! Auguri Francesco e tutti!
Culla di tenerezza
Poesia per il Santo Natale 2019, Auguri a Francesco e tutti voi!
Un altro giorno
Poesia per il Santo Natale 2018, immancabile come sempre, grazie a Francesco!
Notte di luce e di Mistero
Poesia per il Santo Natale 2017, grazie e Auguri, Francesco!
Via d'Amore
Poesia per il Santo Natale 2016, a Francesco i nostri AUGURI!
...E' già qui...
Poesia per il Santo Natale 2015, composta da Francesco, grazie!
Un arcobaleno di luce
Poesia per il Santo Natale 2014, l'immancabile dono che ci ha inviato l'amico Francesco
Ho fretta di fermarmi
Poesia inviata dal'amico Francesco per Pasqua 2014
Non sono nato invano...
Poesia per il Santo Natale 2013, composta come da tradizione dall'amico Francesco
Lama di luce
Poesia per il Santo Natale 2012, composta da Francesco
...Quiete e fuoco
Poesia per il Santo Natale 2011, composta da Francesco
Una notte d'inverno
Poesia per il Santo Natale 2010, composta dal piccolo Matteo, 9 anni
Una figlia del cuore
Lettera aperta che ci ha inviato Federica, ricca di valori e spunti di riflessione
Con gli occhi di un bambino
Poesia per il Santo Natale 2010, composta da Roberto
Il tutto e il niente
Poesia per il Santo Natale 2010, composta da Francesco
Notte di tenerezza
Poesia per il Santo Natale 2009, composta da Francesco
Cercami Altrove...
Poesia per il Santo Natale 2008, composta da Francesco
A tutti i bambini adottati
Poesia piena di emozioni che ci viene inviata da Laura
Lettera dal Vietnam
Poesia in occasione della Festa della Mamma 2006, inviata da Roberto
Al nostro caro Andy...
Poesia dedicata ad Andres da mamma, papà e Fabrizia
Cucciola
Lettera aperta davvero emozionante che Blue dedica alla sua piccola
Immagini e parole
Poesia scritta da Roberto, Aprile 2006
Filastrocca di Pasqua
Filastrocca recitata da Benedetta per Pasqua 2006
Pasqua nuova
Poesia recitata da Matteo per Pasqua 2006
Quando tu ci sarai
Poesia scritta da Roberto
Tu
Poesia ispirazione di Roberto in occasione della Festa del Papà
Al mio Papà
Filastrocca per la Festa del Papà 2006, recitata da Matteo
Vorrei
Poesia molto emozionante spedita da Roberto
La Casa
Favola da raccontare in famiglia, ideata da Roberto
Al di là di ogni cosa - Tutto il mio amore - Figlio mio
3 Poesie nate con spontaneità, inviate dall'amico Roberto
Per la Mamma
Filastrocca per la Festa della Mamma 2005, recitata da Benedetta
2 Poesie molto toccanti, inviate da Alberto per tutti voi
Ninna nanna per Fabrizia
Ninna Nanna dedicata a Fabrizia dalla mamma Francesca
Gli Angeli
Poesia dedicata a tutti i futuri Papà adottivi
 
Pace di Natale
Poesia per il NATALE 2004, una poesia raccontata da Benedetta
   
Dormi piccola mia
Poesia inviata da Roberto in occasione delle festività Natalizie 2004
Ancor prima
Poesia dedicata a Lilli, inviata da Francesco
Due bambini, una storia
Articolo scritto da due famiglie che si sono trovate insieme in Bulgaria per adottare i loro bambini
Alla Mamma
Poesia per la Festa della Mamma 2004, una bella ed emozionante poesia recitata da Benedetta
Ad un Figlio che verrà
Poesia Roberto e Cristina hanno pensato di condividere con noi questa poesia, dedicata ad un figlio che speriamo farà parte della loro vita
La Donna Madre
Pensiero Estratto dal testo ebraico Talmud, segnalato da Maria Grazia
   
L'Amore non ha prezzo  
Poesia per NATALE 2003, ancora una bella poesia scritta da Francesco
Alberi  -  Il piccolo Fiore
2 Favole da raccontare ai vostri bimbi, scritte da Barbara
  
In questo giorno di Pasqua  
Poesia per PASQUA 2003, una piccola poesia raccontata da Benedetta
   
Segui la Stella  
Poesia per NATALE 2002, ecco una bella poesia scritta da Francesco
Una Famiglia felice
Riflessioni spontanee, ricevute via e-mail. L'adozione affrontata con serenità e convinzione, senza timore alcuno
3 Agosto 1996
Poesia La gioia di adottare un bambino
Giorni Passati
Poesia  Il bisogno di amore come fondamento per l'adozione
Pensieri, ricordi e riflessioni di una nonna adottiva
Riflessione Una nonna racconta il momento dell'adozione e riflette
Le verità nascoste
Lettera aperta Uno scritto 'coraggioso' che ci è stato inviato da una coppia di genitori adottivi e descrive i dubbi di una famiglia giunta al traguardo dell'adozione

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Notte da vivere
 
 
Notte da incorniciare, lungo i filari del tempo,
una grotta per casa, una mangiatoia per letto,
rifiutato e poi perseguitato.
Notte da incontrare, fra strade sconnesse
a indicarci la via e camminare al nostro fianco.
Notte da raccontare, da sfogliare
fra le pagine frammentate dei giorni,
la Sua fedeltà dentro le nostre infedeltà.
Notte da vivere, la Sua vita che si fa dono
e il Suo amore da accogliere e da condividere.
Ora il cuore in attesa Lo cerca,
perché in Lui la speranza ha preso casa.
 
 
Francesco Di Ruggiero

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Il dono atteso
 

 

Prima che l’alba imbiancasse il giorno,
e il silenzio lo fasciasse
una luce da lontano mi precedeva.
Il cuore un incendio,
i pensieri alla voce:
“Lo troverete in una mangiatoia”.
Un gemito mi accolse,
lo stupore mi avvolse.
Nei Suoi occhi la storia prendeva vita.
Di tenerezza avvolto da Increato a creatura.
Un velo di sorriso mi colse,
e tanto amore si espanse.
La mia libertà, argine alla Sua Onnipotenza,
ha trovato la ragione della speranza,
il dono atteso,
il senso del cammino.
Ora il cuore giubila, freme e teme
perché il dono è da trafficare.
 
 
Francesco Di Ruggiero

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Culla di tenerezza
 
E’ ancora la notte a vestirsi di stupore.
Una cometa addita la meta,
una voce guida il passo,
nel silenzio l’annuncio: “ E’ nato ! “
Il filo della vita si riannoda.
Di povertà ammantato entra nel tempo
a raccogliere ogni anelito,
 ascoltare ogni preghiera
 dare senso e risposte a ogni storia.
In questo tempo fuggevole
il Suo cuore, culla di tenerezza,
scandisce amore vivendo.
L’alba di speranza diviene giorno.
Attesa vigilante l’incontro,
un grazie infinito il dono.
 
 
Francesco Di Ruggiero

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Un altro giorno
 
“…Dimmi i tuoi sogni
tu che all’angolo della via serri i pugni,
 dalla solitudine bruciato,
 che racconti della vita la fatica.
Dimmi i tuoi sogni
tu che versi lacrime,
che cerchi tempo e ascolto.
 Cosa cerchi nel tuo andare? “
“Cerco Te per ritrovarmi, per capire
e dare ai giorni un senso.”
“Eccomi, sono qui, sono nato
a dare misura al tempo,
voce a chi non ha voce,
vita all’amore.
Dalla culla alla croce,
prigioniero e mendico d’amore
sono dentro la tua storia
a scrivere un altro giorno insieme
per viverlo e raccontarlo.”
 
 
Francesco Di Ruggiero

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Notte di luce e di Mistero
 
Parole che cercano abbracci
silenzi che diventano voce:
“Sono nato per dare asilo alla vita,
ragione e certezza alla speranza,
volto all’amore.
Sono nato per camminare al tuo fianco
insegnarti ad amare,
 più ancora a perdonare e a donare
Lungo il migrare dei giorni
la mia Presenza diventa presenza,
quando nell’altro mi riconosci,
ti curvi e ascolti.
In questa notte di luce e Mistero
fa che io non sia nato invano…”
 
Francesco Di Ruggiero

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Via d'Amore
 
Lungo i viali del tempo
in questa notte infinita
scrive amore la Tua nascita.
Il cielo si curva sulla terra
dono che diventa vita
Dacci i tuoi occhi per vedere oltre,
le tue mani per abbracciare
i tuoi piedi che sanno di cammino per incontrare,
anche il Tuo cuore per sperare ancora..
Nel silenzio che ogni cosa fascia
una voce detta la meta:
“Non è più la stella a indicare la via, ma l’amore…”
 
 
Francesco Di Ruggiero

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...E' già qui... 
 
E’ ancora notte,
il silenzio si fa voce:
“ E’ già qui…, è nato…”
a  raccogliere il grido di chi si è “perso”,
a tessere la vita di fedeltà,
a ricucire gli strappi della solitudine,
a dare respiro alla ricerca.
Intanto la notte prende luce,
la speranza volto,
l’amore nome.
 
“ …E’ già qui…”  senza indugio
il cuore muove passi.
 
Francesco Di Ruggiero

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Un arcobaleno di luce 
 
Tu, la somma del tutto
noi frazione del niente
dietro strade fatte di incroci.
La notte racconta Vita
mentre nel cielo un arcobaleno di luce
ridisegna un’alleanza d’amore.
L’Eterno entra nel tempo
l’infinito nel limite.
vertigine di stupore
abbraccio di tenerezza.
Di speranza si colora la nostra finitudine.
 
Francesco Di Ruggiero

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Ho fretta di fermarmi 
 
In questo giorno pieno di domande
ho fretta di fermarmi, raccogliere pensieri,
abbracciare di ogni uomo il fardello,
stringere mani, cercare condivisione.
Altre mani stringono
 solitudine, lacerazione, abbandono
vite che cercano riscatto
nell’inevitabile sgranarsi dei giorni.
Nel silenzio raccolgo il grido
di cuori feriti, incompresi, arsi.
La realtà denuncia indifferenza
solo la speranza albeggia
oltre la tomba vuota.
Ho fretta di fermarmi,
 raccogliere di ogni latitudine il dolore
abbracciare sogni, testimoniare Te
confinato da un amore che sovrasta ogni croce.
Ora lo so, fermarmi per cercarTi
è scoprire che mi precedi ogni volta, sempre
dentro questa vita dalle scelte dilaniata
e lasciarmi amare per ricominciare.
Oggi il cielo ha spalancato le braccia
per un dono più grande…è RISORTO.
Ora posso fermarmi e con la vita…raccontare.
 
Francesco Di Ruggiero

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Non sono nato invano... 
 
Notte di stupore fretta di fermarsi
speranza di un incontro, poi L’Evento … E’ nato!
Nel cuore il seme e una voce
a dare alla vita una svolta:
“Non cercare nel Natale il Natale,
vivilo ogni giorno, tutti i giorni
dentro la fatica del vivere.
  Non sono nato invano
se fai della tua vita dono”.
Intanto una luce ogni cuore  irradia
per dare senso al divenire.
 
 
Francesco Di Ruggiero

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Lama di luce 
Ancora come un urlo, una voce, squarcia l’aria
si diffonde, sconfina in ogni latitudine, rimbalza:
“DiGli che ci sono anch’io,
a raccontare della vita solitudini, lacerazioni.
Sempre ferito il cuore
confuso e perso nella ricerca
nella mente tortuose domande si confondono.”
 
Di colpo, un’altra voce, oltre il vagito,
a scuotere il silenzio
diventa presenza, risposta:
“Di’ a tutti che sono nato,
a dare volto all’amore
nome alla speranza, senso ai giorni… “
 
Intanto una lama di luce fende il buio
 a rischiarare di ognuno la notte…

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...Quiete e fuoco 
 
Fasciata di tenerezza la notte,
l’Amore sta per prendere tempo e volto…
Di colpo nell’aria una voce, più di un fruscio,
a fendere il silenzio porta quiete e fuoco:
 “Racconta la vita con la vita
lasciati amare per essere diffusore d’amore
semina senza pensare al raccolto
cerca nell’altro il bisogno
dona un sorriso
condividi il dolore
alza lo sguardo
fermati per accorgerti
ascolta , sogna insieme. ”
Intanto la notte lascia al giorno il suo incedere
e una luce si diffonde … E’ nato !
La Sua vita diventa impegno ad amare.
La voce riprende:
“Più che farvi dei doni … fatevi dono.”
 

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  Una notte d'inverno  
In una notte d'inverno
era nato un bambino molto importante
e la notizia si diffuse come una voce tonante.
Un angelo apparve a un pastore
e gli disse dove trovare il piccolo Salvatore.
I Re Magi seguirono la stella cometa
per trovare la loro meta
e la seguirono anche per mari e monti
fino ad arrivare ai più lontani orizzonti.
Questo bambino si chiama Gesù
ed è venuto sulla terra
per portare la pace e non la guerra.

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  Una figlia del cuore  
Buongiorno a tutti,
io sono Federica. Ho 46 anni e sono molto lieta di aver visitato il vs sito.
Non sono una donna alla ricerca del figlio del cuore, ma sono io stessa una figlia del cuore, accolta a nuova vita in una affettuosa famiglia 43 anni fa.
Sono nata in Italia da donna che non volle essere nominata. Insieme a me una sorella gemella. Fummo subito separate e le nostre esistenze non si sono mai incrociate.
Ora sto tentando di trovarla, ma è quasi un’impresa titanica. Al tribunale mi hanno informato che se, ancora una volta, non si incroceranno le rispettive richiesta di accedere ai rispettivi atti nulla potrà accadere. Devo solo attendere.
Ma la mia vita è stata fantastica. Ho avuto una mamma amorevole ed attenta.       Un padre assai severo, ma che ho rimpianto tanto dopo la sua morte.
Ma una ferita non si è mai rimarginata: il dolore per non avere potuto condividere la mia esistenza con la mia metà di vita intrauterina.
Della donna che mi partorì non mi interessa davvero nulla.
Ho sempre rispettato la sua scelta ma non le ho mai perdonato di averci diviso.
Questo no. Questo dolore mi accompagna dall’età di 14 anni quando seppi casualmente di venire da "altrove". L’elaborazione del lutto è durata tanto.
Solo alla soglia dei 30 anni ho davvero realizzato che quell’antico abbandono non aveva in realtà intaccato il valore reale della mia persona.
Non ero una figlia di serie B, non ero un rifiuto pietosamente raccolto, ma ero IO, soltanto IO, meritevole di tutto il bene che la vita doveva darmi, perché ero UGUALE a tutti.
I bimbi sono TUTTI UGUALI, hanno uguali diritti e solo chi non ama l’infanzia non può capire che figlio diventa chi ti prende per mano e ti accompagna dentro la quotidianità della vita, fatta di amore, di rimproveri, di sorrisi e di pianti, di punizioni e di premiazioni, di tranquillità e di sorprese.
Ai tempi della mia adozione c’era ancora molta diffidenza ed ignoranza, presenti anche nei parenti acquisiti. Si riteneva che un bimbo abbandonato portasse con sé le colpe di chi lo aveva rifiutato e si tendeva a "nascondere" lo status di adottato a tutti. All’adottato compreso! Così si alimentavano fantasmi  ed insicurezze che, bene o male, hanno un po’ condizionato il mio lato affettivo.
Non sono mai stata molto espansiva anche se apparentemente molto socievole. Non è stato facile allacciare relazioni sentimentali, tant’è che mi sono sposata tardi, ma ho realizzato il sogno della maternità e la mia bimba mi sta donando immense gioie e soddisfazioni.
Però il treno della mia vita ha viaggiato tranquillamente.
Ora vorrei trovare la stazione giusta per abbracciare questa sorella.... chissà .....
a volte i miracoli accadono!
Auguri a tutti e Buone Feste
 
Federica

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Con gli occhi di un bambino

 

Caro Gesù
questo Natale non ti chiederò la pace nel mondo,
tanto ci sarà sempre un popolo che ne opprimerà un altro.
Non ti chiederò di sfamare l’umanità,
comunque qualcuno approfitterà sempre del più debole.
Non ti chiederò che tutti si possano accettare
e non ci siano più differenze tra gli uomini.
No,
non ti chiederò niente di tutto questo!
Vorrei solo che mi rendessi capace
di guardare il mondo con gli occhi di un bambino,
di avere sempre un sorriso
per chi mi passerà accanto,
di saper consolare
un amico che ha pianto,
di non vedere più il bianco ed il nero,
l’alto e il basso,
l’orientale e l’occidentale
ma un unico grande popolo
che cammina, tenendosi la mano,
verso un futuro fatto di pace e felicità.

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Il tutto e il niente 
Nella notte alta
un vagito squarciò l’aria,
lo scandalo della Sua nascita
ci raggiunse per raccontare
della vita passione.
Come fili invisibili
il Tutto e il niente s’intrecciarono.
 
Nella notte alta
un urlo fermò il tempo,
lo scandalo della croce
ci sconvolse per dirci
della vita il Suo amore.
Come ricami di un disegno più grande
il Tutto riscattò il niente.
 
Nella notte alta
con i miei pensieri
abbraccio il mondo
per raccontare con la vita
di come il Tutto si fece niente
per essere dono per noi.
 

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Notte di tenerezza 
Notte da raccontare
di mistero fasciata
L’infinito si fa finito
dentro una fragile vita.
 
Da invisibile, a visibile, vulnerabile.
L’Amore ha preso tempo e volto.
 
Nei cuori in ricerca
anelante il pensiero lo insegue.
 
Intanto una scia luminosa dal cielo
di tenerezza accarezza la terra
per dare all’uomo
senso, speranza, riscatto.

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Cercami Altrove...
Forse Ti ho sognato
mentre Ti cercavo con le mani intrecciate.
Più di una speranza la Tua voce a fare eco:
" Non cercarmi fra paglia e fieno,
ma su reticolati di solitudine
e gomitoli d’indifferenza.
Nemmeno infante,
ma vecchio e stanco fra pareti imbottite di silenzio
e cimiteri di parole a sgranare ricordi.
Non nella greppia,  fra magi e pastori,
ma sul ciglio delle strade
a raccogliere la disperazione dell’uomo.
 
Se in ogni cuore c’è ancora posto per l’amore
sono sempre  in attesa per nascere ogni volta…"

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  A tutti i bambini adottati 
 
C'erano una volta ... due donne
che non si erano mai incontrate

La prima che non ricordi,
l'altra che chiami "mamma"

Due vite diverse nel compimento
di una sola ...La Tua!

La prima ti diede la vita,
la seconda t' insegnò a viverla

La prima creò in te il bisogno d'amore,
la seconda si affannò a colmarlo

La prima ti dette le tue radici,
la seconda ti propose uno scopo

La prima fece nascere in te l'emozione,
la seconda calmò le tue angosce

La prima ricevette il tuo primo sorriso,
la seconda ti asciugò le lacrime

La prima ti offrì in adozione ...
è tutto ciò che poteva fare per te

La seconda pregò per avere un figlio
e Dio la porto verso di te...

Ed ora ... quando piangendo
mi poni l'eterna domanda ...

Eredità naturale od educazione,
di chi sono il frutto?

Né dell'una, né dell'altra,
bambina cara ...

Semplicemente di due forme diverse dell'AMORE !

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Lettera dal Vietnam 
 
Ho bisogno delle tue mani,
perché quando cado
mi possano sorreggere,
quando piango
possano consolarmi,
quando sorrido
possano accarezzarmi dolcemente.
Ho bisogno delle tue mani,
perché quando mi sento solo
tu mi possa abbracciare.
 
Ho bisogno dei tuoi occhi,
che comprendano
ogni mio sguardo,
mi osservino
mentre gioco,
mi veglino
quando dormo.
Ho bisogno dei tuoi occhi,
perché tu mi possa guardare
mentre divento grande.
 
Ho bisogno del tuo cuore,
che sia il mio rifugio
ad ogni temporale,
che mi possa capire
quando non so spiegare,
mi possa portare
là dove non so arrivare.
Ho bisogno del tuo cuore,
perché è dal tuo CUORE
che io voglio volare.
 
MAMMA …
Ho tanto bisogno di te.

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Al nostro caro Andy...

 

Era ieri
non conoscevo il tuo sorriso

Era ieri
non conoscevo il tuo pianto

Era ieri
non conoscevo il tuo volto

Era ieri
mancavi tu

Poi  il vento ci ha portato lontano....

Poi i sogni son divenuti realtà....

Poi ......
un sorriso ...il tuo
un abbraccio ...il tuo

UN AMORE GRANDE ...TU
una famiglia tutta per te
NOI.

 

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  Cucciola 

Cucciola.
Solo Dio sa quanto ti ho aspettata...e quanto ho pianto prima.
Tu avevi solo due anni, la prima volta che ti ho visto. C'era una suora che ti teneva per mano.
L'abitino di cotone con i pizzi, le scarpette di vernice nera, sembravi una bambolina. Ma avevi un viso serissimo. Il viso più bello, incredibilmente bello e triste che avessi mai visto.
La suora ti ha detto: "Questi sono mamma e papà" e tu sei scappata via, a fare i giri sulla macchinina, nell'enorme cortile dell'istituto.
Ma io ero già stata colpita al cuore, come non mi era mai successo prima.
Ti ho lasciato fare i giri, e ogni tanto ti guardavo con la coda dell'occhio. E anche tu ci guardavi. Guardavi quei due sconosciuti che pretendevano di essere tua madre e tuo padre. Però appena intercettavi il mio sguardo facevi finta di niente, ti allontanavi. La suora ti chiamava, ti diceva di venire lì e tu niente. Ci stavi studiando. E allora ho detto: "Suora, lasci stare. Ci stiamo addomesticando".
Dopo un po', la suora ti ha chiamato e tu ti sei avvicinata a lei. Tutti e tre siamo andati a fare una passeggiata, tu davanti con la suora e noi dietro.
Poi ti sei messa a correre, e sei caduta. La suora, chissà perché, non si è fermata. Ti ho rialzato da terra, e neanche piangevi. Ho soffiato sulla bua, ho baciato la tua manina sporca di terra per la prima volta, ti ho guardato negli occhi e ti ho detto: "Sai che i baci della mamma sulla bua fanno passare tutto?". Mi hai dato anche l'altra mano, quella sana, da baciare. poi ancora la mano che si era sbucciata. E allora, solo allora, mi hai teso la mano...
Dopo siamo tornati all'istituto, e lì mi hai trascinato a vedere la stanza dei giochi. Sei salita sullo scivolo, abbiamo giocato a palla. Hai mangiato, ed è venuta l'ora di fare la nanna. Così ti abbiamo salutato, dicendoti che la mattina dopo saremmo tornati per portarti al parco giochi con la tua amichetta (ovviamente avevamo preso accordi prima con la suora..).
Torno in albergo, e non so come mi sento....se più stupita o più felice...Non vedo l'ora che sia domani...
Alle 9 arriviamo all'istituto. Tu sei già sveglia e sei in cortile ad aspettarci...in pigiama. La suora si scusa: "Ha detto 'No, veste mamma!', così ho pensato di aspettarvi". Chiedo vestiti molto comodi, perchè la bambina possa giocare in piena libertà.
La suora mi dice anche che ieri sera prima di addormentarti hai detto:"Mamma...Papà" ...
Arriva la tua amchetta, e tutti e cinque (la suora ci accompagna in macchina) andiamo al parco. E' una giornata di sole bellissima, il cielo è di un azzurro incredibile. C'è il lago con le tartarughe, gli buttiamo il pane che provvidenzialmente la suora ha portato, poi la suora dice che tornerà a prenderci per mezzogiorno. Noi stiamo lì con le due bimbe. Che giocano tantissimo, se la spassano un mondo, e alla fine hanno sabbia dappertutto.
Perfino tu hai sabbia dappertutto, quella volta. Ma dovrò aspettare un anno prima di rivederti così, sporca e sorridente...
La suora torna a prenderci, e siamo invitati a pranzo. Questa volta ci sono anche le altre mamme ospitate lì e i loro bimbi. E' una tavolata rumorosa, allegra. Ti lasci imboccare da me (ma sarà la prima e ultima volta).
Ora di riposino: e promettiamo di tornare a prenderti nel pomeriggio.
Di nuovo, tornando in albergo sono stupita e felice. No, ora più felice, ho una gioia dentro incontenibile...
Torniamo alle 4. Alle 4 e mezza arrivi tu, già vestita di tutto punto, con la faccia imbronciata, che mi chiedi imperiosa: "Merenda!" e io vado a procurarmi la merenda...e allora il tuo viso, pur rimanendo sempre serio, diventa meno imbronciato.
Chiediamo alla superiora se possiamo portarti fuori a fare una passeggiata, lei acconsente e aggiunge: "Se la bambina sta bene e non piange, potete tenerla con voi anche alla notte".
Alla proposta di uscire con noi a fare una passeggiata tu acconsenti di buon grado....e passiamo un pomeriggio intero a girare per la città a piedi, tu corri dappertutto, la mano non la vuoi dare mai e per attraversare ci tocca prenderti in braccio di peso, poi è ora di tornare. Arrivi a 5 metri dall'albergo, e con l'aria più serafica del mondo mi tendi la mano...entriamo così nell'albergo, tenendoci per mano. La signora della reception commenta: "Che brava bambina che dà la mano alla mamma!", io non so se ho più voglia di ridere o di pensare che sei una furba matricolata...
Una doccia insieme, per la prima volta annuso il tuo odore, è come se fossi una neonata, è istintuale annusarti, controllare che tu abbia davvero tutte le dita delle mani e dei piedi, guardare che forma hanno le tue unghie e le tue orecchie...no, non ci posso credere, non posso diventare madre di questa bellissima personcina...è troppo bella per me...
Si va a cena. Mangi un grissino, il resto del tempo corri tra i tavoli. Io mangio tra un rincorrerti da una parte e dall'altra...
Io e mio marito ci guardiamo e ci diciamo: "Cosa si fa? La bambina mi sembra tranquilla, proviamo?". Così lui va a prendere all'istituto le tue cose per la notte.
Io e te rimaniamo in camera.
Sono le nove di sera.
Seduta sul letto, mi chiedi di stare in braccio. Mi metti le braccia intorno al collo, e inizi a piangere. Cerco di calmarti, di cullarti, di cantarti una ninna-nanna, ti dico che papà arriva subito. Niente. Piangi. Piangi forte, tenendomi stretta, ma senza versare una sola lacrima.
Arriva mio marito, e io non ce la faccio più...inizio a piangere anch'io.
Mio sdraio sul letto, tu sei sdraiata tutta addosso a me, con le mani mi tieni stretta fino a soffocarmi.
Io ho paura. Paura di non sapere fare la madre. Paura di non riuscire a capirti. Paura di non essere adatta a te, che il giudice abbia sbagliato tutto.
E intanto ti accarezzo la testa, la schiena, ti bacio le guanciotte. E piango senza lacrime anch'io, con mio marito che cerca in tutti i modi di consolarmi.
Sono ormai le cinque di mattina quando ti addormenti sdraiata sulla mia pancia. Io mi sento come una madre che ha appena partorito e a cui abbiano messo il suo bambino sulla pancia, perchè si riconoscano l'un l'altro. Non piango più. Decido che se vuoi dormire così, sdraiata su di me, per me va bene. Per un po' ti guardo dormire, poi piano piano rotoli da una parte. Io non riesco a chiudere occhio.
Alle sette di mattina ti svegli. E la prima cosa che dici è "Mammu, mammola...latte!". Poi inizi a ridere e a saltare sul letto. Là fuori, il sole risplende come non l'avevo mai visto fare.
Ora sono tua madre, ora tu sei mia figlia.
Lo sarò per sempre.
Sono così felice che tu sia mia figlia, cucciola mia.
Così felice da non riuscire neanche a descriverlo.
Grazie perchè ci sei.

Blue

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Immagini e parole 
 
Un istante,
un soffio di vento
ha un gabbiano
per lasciare il suo nido
ed imparare a volare.
 
Un solo momento,
il tempo di un’aurora
ha una piccola tartaruga
per schiudere l’uovo
e conquistare il suo mare.
 
Appena un attimo,
il tempo di un respiro
ha un cucciolo di gazzella
per erigersi in piedi
e correre nella savana.
 
Un minuto,
chiedo solo un minuto
per poterti abbracciare,
stringerti al cuore
e sussurrare il tuo nome.
 
Per molti quell’istante
vuol dire vita,
quel minuto
cambierà la mia
per sempre.
Roberto
 

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Filastrocca di Pasqua  
Da una piccola chiesa
tra i fiori di un prato,
si sente ad un tratto un lieto rintocco:
"Din, don, dan... Din, don, dan...".
Suona a distesa la vecchia campana
e la notizia già arriva lontana.
Dal mare ai monti, di casa in casa,
ripetono in coro le note gioiose:
"È Pasqua! Alleluia. Sia pace nel Mondo"
Sorride un bambino alla vecchia campana,
ascolta felice e guarda in su,
ora sa anche lui che è risorto Gesù.
 
Ascolta la Poesia        

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Pasqua nuova  

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Quando tu ci sarai  

 

Quando tu ci sarai
la pioggia non ci bagnerà,
quando tu ci sarai
il tuono non ci spaventerà,
quando tu ci sarai
il vento non ci piegherà …
… e guarderemo il blu
oltre le nuvole,
scorgeremo l’aurora
al di là della notte,
scopriremo l’amore
dopo tanto dolore.
Quando tu ci sarai
ci sarai tu
e niente di più.
 
          

                               Roberto, Aprile 2006

 

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Tu  


 

Ma chi sei tu
che ancor non conosco,
da sconvolgere
le mie sicurezze, la mia esistenza?
 
Come fai tu, così innocente
a costringermi
a lottare
pur di averti, pur di amarti?
 
Come riesci
a penetrare nelle mie ossa,
emozionare il mio cuore
e turbare la mia mente?
 
Come riesci
a rubare ogni mio pensiero,
appropriarti delle mie parole
e dipingere i miei sogni?
 
Come puoi essere
così lontano
e nello stesso tempo così vicino
da poterti persino sentire, toccare?
 
Come puoi essere
così piccolo,
ma tanto grande
perché io viva ormai solo per te?
 
Cosa avrò fatto io
di così bello
perché tu possa un giorno
chiamarmi papà?
 
…. Dubbi, pensieri,
ancora dubbi
ma una sola certezza….
         TU!!!

                                                                                           Roberto, Marzo 2006

 

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Al mio Papà 
 
 
Come dirti, babbo caro,
quel che sento nel mio cuore?
Sei un tesoro bello e raro,
tu sei tutto il mio amore!
Dirti so una cosa sola
la più meravigliosa
che ti amo tanto, tanto
e di tè pure mi vanto.
Tu sei il mio buon paparino
ed io sono il tuo bambino
e ti dico con il cuore
"Tanti auguri e tanto amore!"
 
Ascolta la Poesia             
 
         
 

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Vorrei  

 

Vorrei fosse l’inverno
e che i fiocchi di neve
mi portassero te.
Vorrei arrivasse la primavera
perché i fiori al risveglio
vedessero te.
Vorrei venisse l’estate
per vedere le fate
giocare con te.
Vorrei tornasse l’autunno
perché i colori più belli
assomigliano a te.

 

Vorrei parlare al tuo cuore
per provare a lenire
il dolore che è in te.
Vorrei parlassi al mio cuore
per poter colmare
il vuoto che è in me.
Vorrei urlare ti amo
per riuscire a violare
il silenzio che c’è.
Vorrei gridare il tuo nome
perché tutto il mondo
sappia di te.
 
Vorrei, vorrei…
... in fondo tutto ciò che vorrei
è riuscire ad incontrare, un giorno,
gli occhi tuoi.

Roberto

 

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La Casa

 

Una sera un bambino stava per andare a dormire quando disse a suo padre: "papà raccontami una storia !"

Il papà si sedette accanto a lui nel lettino e cominciò a raccontare:

“In un paese lontano viveva un bambino che, un giorno, di buon mattino, uscì di casa e cominciò a correre e giocare nei prati.

Ad un certo punto, davanti al bimbo spiccò il volo una farfalla.

Il bimbo venne subito attratto dalla farfalla perché era molto bella ed aveva grandi ali di tutti i colori, così  cominciò a seguirne il volo. Correndo la seguì per i prati oltre la collina, poi giù lungo il fiume e poi ancora prati finché, voltatosi, si accorse che non riusciva più a vedere la sua casa. Il bimbo, però, aveva corso tanto per raggiungere la farfalla e non aveva nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire, per cui ricominciò a seguirla. La rincorse ancora per un po’, fin quando davanti a sè comparve una graziosa casetta.

La farfalla andò a posarsi proprio sul tetto di quella casa e il bambino ora non sapeva come prenderla se non entrandoci.

Arrivato davanti alla porta, vide un grosso cartello e rimase stupito, perché sebbene non fosse ancora in grado di farlo, riusciva a leggere ciò che vi era scritto:

Il giorno volgeva ormai al termine, il bimbo cominciava ad avere freddo e fame, così incuriosito decise di entrare.

La porta era aperta ed entrando, si trovò in una grande sala tutta illuminata, il fuoco nel camino riscaldava tutta la stanza e nel centro c’era una grande tavola apparecchiata per molte persone. Il bimbo urlò “c’è nessuno” e subito da una porta sbucò un simpatico cagnolino che gli si fece incontro scodinzolando e facendogli le feste, subito lo seguì una mamma che gli chiese il suo nome, lo prese in braccio facendolo poi sedere alla tavola e gli servì la cena.

Il bambino alzò la testa e vide che intorno a lui  si era seduta tanta altra gente, c’erano i nonni, gli zii, i cuginetti e tanti amici; il bimbo allora cominciò a raccontare la sua storia, di come fosse giunto fino a quella casa, della farfalla e del cartello e tutti lo stavano ad ascoltare. Finita la cena la mamma vide che il piccolo era molto stanco e lo portò nel suo lettino. La cameretta era molto grande con tanti giochi un po’ dappertutto e davanti al letto c’era una coperta sulla quale il cagnolino andò a fare la nanna; su un lato c’era una grande finestra dalla quale il bimbo poteva vedere tutte le stelle del cielo e la luna che rischiarava a giorno tutta la stanza. La mamma ripiegò i suoi vestitini e gli rimboccò le coperte, poi gli diede il bacio della buonanotte.

Il bambino era esausto dalla giornata appena trascorsa, ma era molto felice di essere entrato in quella casa così decise che quella, da quel preciso istante, sarebbe diventata la propria casa e le persone che lì vi abitavano dovevano essere la sua nuova famiglia.”

          Vedi – disse il papà al proprio figlio – quel bimbo sei tu.

Il bambino strinse le mani del papà e gli disse:

- si papà quel bambino sono io -

ed aggiunse

- c’era anche la mamma, c’erano i nonni e gli zii, ma tu dov’eri? -

Io….. – rispose il papà abbracciando il figlio –

…..vorrei essere per te quella casa.

                                                     Roberto

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Al di là di ogni cosa 

 

Vorrei tanto che qualcuno mi dicesse
che io sono il padre che fa per te,
vorrei tanto prometterti
che con me sarai felice,
vorrei tanto sapere
di essere nel tuo cuore
come tu lo sei per me,
ma mi basta pensare
che tu ci sei
e che,
se ti accontenterai di un papà
che ti amerà
al di là di ogni cosa,
che imparerà a farlo
crescendo con te,
che ti aiuterà a comprendere
il tuo passato
per capire il tuo futuro,
beh … allora cercami
e lotta con tutte le tue forze
fin quando mi incontrerai,
perché sarò proprio io
il papà che fa per te!!

Roberto

 

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Figlio mio 
 
Come potrei vivere senza amarti
se è l’amore stesso
che mi spinge verso te,
come potrei vivere senza sorriso
se è il tuo sorriso
la speranza che ancora c’è,
come potrei vivere senza te
se proprio tu
sei la vita che c’è in me!
 
Roberto 

 

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Tutto il mio amore 
 

Ti porgerò le mani,
ma tu sei troppo debole
per poterti sorreggere.
Ti insegnerò le mie parole,
ma tu sei troppo piccolo
per comprenderne il significato.
Ti darò la mia casa,
ma tu una casa
forse neppure sai cosa è.
Ti darò tutto il mio amore…
… ed allora ti alzerai,
e abbracciandomi mi dirai
- andiamo a casa papà –

Si, ti darò tutto il mio amore
per ciò che tu fai per me,
perché ora so commuovermi
sognando un tuo sorriso,
perché ora mi intenerisco
immaginando un tuo sguardo,
perché ora so piangere
pensando al tuo pianto,
perché ora mi emoziono
sognando il momento
in cui ti incontrerò.

Si, ti darò tutto il mio amore!!

 
Roby

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Per la Mamma 
 
 
Filastrocca delle parole,
si faccia avanti chi ne vuole.
Di parole ho la testa piena,
con dentro la 'luna' e la 'balena'
Ma le più belle che ho nel cuore,
le sento battere:
 'Mamma' , 'Amore'
 
 Auguri!
 
 
Ascolta la Poesia

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Preghiera 

 

Insegnami a volare
Portami via sul grande aereo
Insegnami la serenità
Che ha il nome della speranza
Ricordami l’amore
Con un abbraccio senza fine
Consola i miei singhiozzi
Asciuga le mie lacrime
Col tuo viso, i tuoi capelli, non importa come
Stringimi forte
Anche se non ti conosco
Non so nulla di te, dei tuoi odori, della tua voce
Riprendi i fili della mia infanzia dispersa, negata
Tessi per me non un arazzo magnifico, il più splendente
Che stia appeso in una sala
Ma una piccola tela dai molti colori accostati
Avvolgimici dentro e portami via
E solo allora, finalmente, sboccerò alla vita
 
ventiquattrogiugnoduemilaquattro

 

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La tua vita (a Johnny) 
 
 
La tua vita
Consegnata nelle mie mani
Nelle mani di tua madre
Dei tuoi fratelli
Nelle nostre vite
…. E in quelle di tanti altri ancora
Il tuo incedere incerto
Mi ha insegnato a camminare ancora
Mi ha fatto cadere
(più di quanto pensassi)
E mi ha fatto rialzare
Più forte, più deciso, più uomo
La tua piccola vita
I tuoi occhi grandi di un anno fa
Che quasi non si accorgevano di noi
I miei occhi pieni di lacrime
(che non ho mai smesso di asciugare)
I tuoi passi di oggi
Il mio starti accanto
Ridiventando piccino
Inventando storie e ruggiti di leoni
Ululati di lupi che ancora confondi con il cane
Come costruzioni di lego
Si incastrano le nostre vite
Si vanno intrecciando di sorrisi complici
 
Ancora ti stupisci del fuoco del camino
E non sai del tuo essere incendiario d’amore
 
La tua vita
Le nostre vite
Consegnate ai nostri cuori

 

diciottodicembreduemilatre

 

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Ninna nanna per Fabrizia 
 

Sei venuta giù dal cielo

in una notte di mistero,
io ti vidi
e rimasi incantata.
da una fata mi fosti donata.
Tanti bei capelli neri
e occhi grandi pieni di misteri
il nasino piccino picciò
il tuo volto m'incantò.
Sei più bella di una stella
e nel cielo e' sicuro non c'è
una stella più bella  di te
una bimba più bella di te.
 
Francesca

 

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Gli Angeli 
             
              Non so dove vivano gli angeli,
                  non so se siano in cielo, in paradiso
          o qui sulla terra in mezzo a noi,
                  ma una cosa so per certo
                    so che uno di loro mi sta già aspettando.
 
                   Non so se avrà il mio sorriso…
                     ma chissà se avrà sorriso mai.
                   Non so se avrà i miei occhi…
                     ma chissà i suoi occhi
                              quanto avranno pianto già.
                   Non so se avrà il mio viso,
                      non so se  avrà la mia bocca,
                   forse, non avrà neppure
                     il colore della mia pelle,
                   di sicuro non mi rassomiglierà,
 
                    ma una cosa so per certo:
                      uno di loro, presto,
                                   mi chiamerà PAPA’

                                        Roby

 

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Pace di Natale 
 
 
Di paglia e fieno è la tua culla
 e non hai i panni e non hai nulla
per riscaldarti fuoco non hai
eppur sorridi, non piangi mai.
Sorridi al bue, sorridi all'asinello,
agli agnellini, al pastorello.
Doni alla Madonna il tuo sorriso
ch'è tutto un raggio di paradiso,
e la tua luce ripete al cuore:
" Sono la pace, sono l'amore!"
 
Buon Natale
 
Scarica/Ascolta la Poesia
 

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Ancor prima 
 
…Prima che tu nascessi
non ti appartenevo
né ti appartenevi
entrambi eravamo
solo nel Suo disegno.
 
Poi come dono
prima noi poi tu,
da custodire e vegliare,
sei arrivata
facendo fremere i nostri cuori.
 
Prima che tu nascessi
e ancor prima
nel Suo disegno insieme
a tracciare della vita i confini.
 
Nel Suo amore nasce la risposta
al nostro amore
 
Ancor prima,
adesso,sempre con noi sarai… 
 

Alla nostra cara Lilli

26 Ottobre 2004

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Due bambini, una storia 

Quando ci è stato chiesto di scrivere un articolo sulla nostra esperienza di adozione, abbiamo in coro detto che poche righe non sarebbero bastate per raccontare una storia straordinaria e tutti i piccoli dettagli ben nascosti nel cuore ma non abbastanza ordinati per diventare un articolo per il giornale “Il Mantello”. Come poter riassumere l’ansia, il timore, l’angoscia ma soprattutto la felicità?

Era il 20 marzo dello scorso anno e l’aereo ci conduceva nella terra di Bulgaria per incontrare i nostri bambini, ancora senza un volto, senza un nome ma già fortemente nostri.

A sud-est della Bulgaria, a cinque ore da Sofia, c’è la città di Burgas, bagnata dal mar Nero.

Proprio lì, dove le onde s’infrangono sulla riva, dove a marzo la neve copre di bianco i fitti abeti, vivevano, fra altri cento piccoli figlioli, due splendidi bambini, Ivo di tre anni e Jordan di due,così somiglianti da sembrare fratelli : occhi grandi e neri, capelli castani, nasino schiacciato.

Da quel giorno Ivo e Dancio (così chiamavano Jordan) si sono incontrati, certamente per la prima volta, nella stanza adibita per gli ospiti e, alla presenza di quattro persone estranee e straniere (noi, i futuri genitori), forse, chissà, si sono lanciati sguardi d’intesa e si sono sentiti  più forti e sicuri.

Per altri mesi ancora, dopo quell'incontro breve ma intenso, i nostri piccoli eroi hanno respirato la stessa aria cupa e hanno avvertito gli stessi odori e sapori, uguali suoni e rumori hanno colpito i loro fragili orecchi, uguali colori e labili figure umane hanno illuminato i loro occhi. La sola brezza del mare ha accarezzato i loro volti.

Jordan non sapeva ed Ivo neppure, che molto lontano da loro c’era chi  li pensava notte e giorno, chi già faceva grandi progetti per loro, chi sognava di rivederli presto per portarli in una nuova casa, in una bella famiglia dove avrebbero imparato a sorridere, ad essere felici per tutta la vita perché avevano la loro mamma, il loro papà su cui poter contare sempre, sempre.

E così, grazie all’Associazione, tutto ciò che abbiamo sognato e sperato si è realizzato, certo, non senza ansia e palpitazione ma,  quale mamma non si scoraggia, talvolta, nell’attesa del suo bambino?

Per noi  la trepidazione nasceva particolarmente dall’idea che sarebbero dovuti passare cinque, sei mesi e forse più perché la firma di un giudice del tribunale rendesse definitiva la loro adozione.

Oggi il dolce Ivo e il tenero Jordan colorano i nostri giorni, rallegrano la nostra casa.

Si sono ambientati facilmente e, fin dal primo momento, alla presenza dei parenti riuniti, sono passati nelle braccia dell’uno e dell’altro senza opporre resistenza ma con la tenerezza e la dolcezza propria dei bambini.

Non nascondiamo che abbiamo avuto il timore di non essere amati e ricambiati nell’affetto ma la paura è subito svanita: Ivo si aggrappa  forte alla sua mamma, Jordan allunga le braccia verso la sua e aspettano impazienti che il loro papà rientri dal lavoro. E poi ci sono i nonni , i cari nonni che li guardano commossi ed estasiati  e sperano di poter vivere tanti anni ancora per vederli crescere sani e belli.

E’ forte l’orgoglio di averli vicino ogni istante e salutarli ogni mattina con un sorriso è la promessa di un giorno pieno di sorprese.

Ivo e Jordan hanno dato un senso alla nostra esistenza. La vita, certo, ci ha regalato tanti momenti felici ma solo oggi possiamo dire di conoscere la vera felicità: Ivo e Jordan “danno per gli occhi una dolcezza al cuore che intender non la può chi non la prova”.

Alfonso e Michela - Michele e Giovanna

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Alla Mamma 
 
 
Nella grande savana,
ogni Mamma africana culla
il suo bimbo dagli occhi neri,
 e sono dolci i suoi pensieri.
Nell'oriente lontano,
 ogni Mamma tiene il suo bimbo
 per mano, lo guarda e sorride felice
 ascoltando quello che dice.
 Se penso a quello che tu fai per me,
 Mamma, che differenza c'è?
 E lo sai che cosa ho capito?
 Una cosa bella che adesso ti dico:
 qualunque sia il suo colore
 ogni mamma tiene il suo bimbo sul cuore.
 Auguri!
 
 
Ascolta la Poesia

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Una Donna Madre  
Una donna che diventa madre

d'un bambino nato da un'altra donna

è come acqua che evapora e si fa nube,

 volando in cielo per portare acqua

a un albero nel deserto

 

Estratto dal testo ebraico ' Talmud '

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L'Amore non ha prezzo  
 
Notte di attesa
giorno da raccontare
lontano l’evento
si compie nel silenzio.
 
Nell’indifferenza cosmica
dell’uomo in affanno
nasce ancora…
 
L’amore non ha prezzo
la speranza un nome
la vita un volto.
 
S’innalza un grazie
a tanto dono?

 

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Alberi  
 
C’erano una volta due alberi :
Uno era grande e forte, mentre l’altro piuttosto gracile e dal tronco sottile.
L’albero grande si chiamava Mao mentre quello più debole, non avendo un nome, si faceva chiamare Vlady.
 
Vlady era pieno di fiori bellissimi ed era piuttosto preoccupato. Quando il giorno passava e la notte diventava buia, pensava:
         “Se tutti questi fiori diventeranno frutti, chissà cosa farò. Non sarò in grado di sostenerli: qualcuno di loro dovrà soffrire e forse cadrà prima di diventare maturo…  Chissà come farò…”
Ed intanto i fiori si stavano già tramutando in frutti.
 
Non troppo distante, Mao piangeva, perché era una pianta rigogliosa di foglie verdi bellissime, ma i fiori non volevano spuntare. Mao, con il tronco lacrimante pregava:
         “Qualcuno mi aiuti, sono giovane e forte ma non riesco a fare dei fiori, sono tanto robusto e le mie radici sono così profonde che potrei far crescere tanti frutti belli e succosi… qualcuno ascolti la mia preghiera!”
 
Vicino alle piante c’era una fattoria dove un contadino non riusciva a dormire tanti erano i lamenti dei due alberi. Così un giorno si decise, andò vicino alle piante e disse loro:
         “State buoni, domani verrò da voi e vedrete che troverò una soluzione”
 
Il giorno dopo, sia Vlady che Mao erano impazienti e guardavano all’orizzonte sperando di vedere il contadino avvicinarsi… ma aspettarono invano: una mucca malata gli impedì di lasciare la fattoria.
Il giorno seguente Vlady disse:
         “Vedrai, Mao, oggi verrà e porrà fine ai nostri dolori. Io non ce la faccio più, non ho abbastanza nutrimento per tutti questi frutti, come vedi alcuni stanno già cadendo…”
 
Ma in questa giornata fu il figlio del contadino che, dovendo fare i compiti gli chiese di restare a casa con lui…
Finalmente, dopo tre lunghi giorni d’attesa, il contadino andò da Vlady, staccò un ramo e con un lungo lavoro d’innesto, lo attaccò al forte tronco di Mao.
 
La ferita era grande, all’inizio sembrava che il ramo attaccato non riuscisse a sopravvivere… ma i giorni passarono ed i frutti cominciarono ad ingrossarsi.
Il nutrimento d’amore di Mao permise loro di maturare…
 
La ferita si chiuse e, anche se la cicatrice era sempre evidente, tutti furono felici e contenti:
Vlady, perché poté aiutare a vivere i pochi frutti rimasti sui suoi rami; Mao, perché riuscì a donare tutto quello che aveva ai frutti trapiantati ed i frutti che furono così forti da rimanere attaccati al nuovo ramo e diventarono così belli e succosi che vennero da tutte le parti del mondo per assaporare il loro dolce gusto.

 

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Il piccolo Fiore 
 
C’erano una volta due principesse, che vivevano in paesi lontani.
 
Una di loro si chiamava Caterina ed aveva un fiore che stava nascendo nel suo grembo, ma era infelice. Era disperata perché non aveva chiesto al fiore di nascere: sapeva di essere in grado di farlo germogliare, ma sapeva anche, che dentro di sé non aveva un giardino per farlo diventare bello: ricco di colore e di profumo.
 
Era triste, voleva farlo vivere e permettergli di diventare un giorno il migliore di tutti i fiori … ma piangeva, perché sapeva di non essere in grado di farlo.
 
Dall’altra parte della terra c’erano invece una principessa ed un principino sofferenti perché volevano il fiore ma, pur avendo un bel giardino, non avevano i semi per farlo nascere.
Piangevano molto e parlavano a tutti del loro dolore finché un girono la loro voce arrivò ad un gruppo di persone che promise di aiutarli.
 
Queste persone, conoscevano il dramma della principessa Caterina e sapevano che il fiore, una volta nato avrebbe potuto crescere nel giardino dei due principi.
 
Parlarono quindi con la principessa Caterina, rasserenandola: il fiore avrebbe trovato una terra dove poter essere trapiantato e ricevere tutte le cure e le attenzioni di cui aveva bisogno.
 
E così fu!
 
Il principino e la principessa fecero un lungo viaggio per andare a prendere il loro bocciolo.
All’inizio fu difficile per tutti perché il fiore faticava ad abituarsi al nuovo terreno. Sembrava tutto così strano … ma ogni giorno che passava, grazie alla robustezza ed alla vitalità del fiore e all’amore dei due principi, tutto si semplificò:
Non diventò il più bello di tutti i fiori ma si fece così Grande da reggersi da solo sulle sue forze, imparò a distribuire a tutti il suo gradevole profumo ed a trasmettere al mondo la dolcezza dei suoi delicati colori.
 
E così si conclude la nostra storia…
 
… con la principessa Caterina tranquilla perché il bocciolo nato spontaneamente dal suo grembo non appassì, il principino e la principessa felici perché il loro fiore gli aveva ridato la gioia di vivere ed il fiore che fu così forte da sopportare il trapianto e così buono da accettare l’amore di due persone che non l’avevano concepito.
 

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In questo giorno di PASQUA 
 
In questo giorno di Pasqua
 vorrei che gli uomini
 di ogni colore
 si stringessero la mano.
 Vorrei che tutti avessero
 una tavola dove mangiare,
 un letto dove dormire,
 un amico in cui confidare.
In fondo in fondo
vorrei la pace in tutto il mondo.
Buona Pasqua
 
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...Segui la Stella 
  
Nel buio della notte
ascoltai una voce che mi diceva:
“Segui la stella e vai…”
Provai qualcosa che mi spingeva
ad andare e non potei trattenermi.
Nel cielo pieno di stelle
la voce continuò:
Segui la stella e vai…”
Sentii una forza che mi guidava
e non potei fermarmi.
Nel cuore come un’eco
la voce ripeteva:
“Segui la stella e vai…”
Un bimbo appena nato
in una stalla, d’amore avvolto, trovai.
C’era pace nell’aria,
odore di fieno e di gioia,
mi guardai intorno e scoprii
che cercavo chi mi cercava.
Dolcemente la voce riprese:
“Lui è la risposta alle tue ricerche,
la speranza attesa, l’amore che dà pienezza,
accogliLo per donarLo.
Tornai sui miei passi confuso
ma pieno di una forza nuova.
Nel cielo le stelle
cominciavano a spegnersi,
l’alba avanzava,
la voce continuò:
“Lasciati amare, lasciatevi amare…” 

 

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Una Famiglia felice  

 

Ho deciso di scrivervi, in quanto volevo fare conoscere la nostra storia.

Siamo una coppia sposata da 11 anni e già da quando eravamo fidanzati parlavamo già di figli nel nostro futuro e siamo arrivati anche a parlare di probabili adozioni.

Dopo un paio di anni che provavamo ad avere un figlio abbiamo iniziato a fare i primi controlli di prassi per vedere se eravamo entrambi a posto, e quando è risultato che l'unico sistema da provare era ricorrere ai medici (entrambi non presentavamo ai primi controlli niente di anomalo) abbiamo deciso di comune accordo che non volevamo passare mesi tra visite, ospedali, prove etc..... ma di provare la via dell'adozione (inizio anno 1998).

Abbiamo iniziato tutto l'iter che serve, colloqui con l'ASL, il tribunale etc. e finalmente arriviamo all'idoneità. Bene, allora, come fare a scegliere un'Associazione? A sensazione, come del resto viviamo la nostra vita, nel senso che ogni giorno va vissuto con gioia e senza imposizioni di nessun genere, ma con la sensazione che stai comunque facendo le cose giuste in cui credi.

Bene, troviamo l'associazione che pensiamo possa fare al caso nostro, mandiamo i documenti necessari e aspettiamo.

NATALE  1999: arriviamo a casa dopo aver festeggiato in famiglia il 24 sera e troviamo sulla segreteria un messaggio. Richiamiamo e ci comunicano che ci hanno affidato ad una bambina che era nata nel Gennaio 1999. 

IL PIU' BEL NATALE DELLA NOSTRA VITA.

La felicità che si può provare in questi momenti è una cosa che non si può spiegare..... ma è tanta.

BENE, dopo 2 viaggi nel paese, le arrabbiature varie per enti italiani che facevano valere la loro burocrazia ritardando il momento fatidico, i viaggi in aereo (che per me MAMMA sono stati un incubo in quanto terrorizzata...) nel settembre 2000 siamo andati a prendere la nostra BIMBA e l'abbiamo portata a casa con noi.

A parte le difficoltà iniziali con un esserino che sembra sgonfiato , ora abbiamo una FIGLIA, e ribadisco FIGLIA che è una gioia solo a guardarla.

Vispa, allegra, con tanta voglia di dare e di ricevere.

Ho voluto raccontare a grandi linee la nostra storia per far capire a quei genitori impauriti, sfiduciati, con mille dubbi, che la via dell'adozione deve essere affrontata con serenità e convinzione, e di non avere nessun timore a pensare che non ce la puoi fare, in quanto la paura fa parte di noi, ma che quando arrivi ad avere TUA FIGLIA tra le braccia che con gli occhi ti fa capire che è nelle tue mani ti passano tutte le paure del mondo e inizia una nuova vita che è meravigliosa. 

LA MAMMA di una FAMIGLIA FELICE

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3 Agosto 1996  
 

Signore ti ringrazio,

perché oggi nascerà mia figlia,
lontana da me ma già in me
e io per lei .
 
Insegnale la strada di casa illuminandola
di sole,
perché sia più breve il suo cammino,
più dolce l'attesa .
 
Fa che non abbia paura la notte,
ne' freddo
o fame,
che sia morbido il suo cuscino
e tènere le mani che la toccheranno
parlandole delle mie carezze.
 
Dille che l'amo
anche se non conosco ancora il suo nome,
i suoi occhi
o il suono della sua voce.
 
Signore ti prego,
fa che un giorno mia figlia possa perdonare
per il buio, il vuoto
e l'attesa del mio abbraccio caldo
dove poter riposare.

 

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Giorni passati a pensare, 
giorni passati a sperare
giorni passati ….
 
Ma, adesso sei qui:
a dare luce ai nostri occhi,
a dar gioia ai nostri cuori
a dare un senso alla nostra vita.
 
Forse un giorno ti chiederai perché:
perché proprio io,
perché proprio voi,
perché proprio noi...
 
Una sola risposta ti sapremo dare:
il bisogno di amore ci ha fatto incontrare.
 
 

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Pensieri, ricordi e riflessioni di una nonna adottiva 
 
Un foglio bianco davanti a me, sul quale scrivere pensieri, riflessioni, ricordi. Enorme il materiale, difficile la scelta. Sono una nonna adesso.
Alcuni anni fa due figlie, ad un certo punto, si sposano.
Esperienze felici, programmi normali: " Aspettiamo un po', poi avremo, certamente, dei figli! ".
Una delle due infatti, realizza dopo qualche anno il progetto. Enorme felicità, ma sempre nella norma.
A distanza di pochi mesi anche l'altra annuncia di essere in attesa di un bambino. La felicità è ancora più grande: l'esperienza di diventare nonna si è rivelata così bella, così nuova, così diversa e ricca rispetto al ricordo della propria maternità!
Nel mio cuore c'e' giubilo, un suono di mille campane a festa.
Dopo qualche giorno, al telefono, la voce della mia piccola, generalmente così viva e festosa, e' divenuta spenta, morta: è tutto finito. Il bel sogno è svanito. " Sarà per un'altra volta! ", ma non è così. Inizia un lungo cammino doloroso, costellato di speranze, sempre deluse. Allora nel mio cuore si fa strada un tormento che non mi lascia mai. Spio il volto di mia figlia; valuto le sue reazioni in presenza di bambini piccoli, intuisco la sua grande sofferenza. Soffro anch'io...... tanto!
Infine una bella notizia: i miei ragazzi si sono iscritti ad un corso che prepara all'adozione. Hanno iniziato a percorrere la via che li condurrà, dopo circa un anno e mezzo, ad essere convocati presso il Tribunale dei Minori di Milano.
Ecco di nuovo il sole! La voce di mia figlia, a distanza di circa due anni e mezzo, risuona festosa al telefono, colma di vibrante ed incredula felicità: "Mamma ce la danno, è una bambina, è bellissima; mangia e dorme!". Quel ballo improvvisato, quelle urla di gioia, davanti agli occhi attoniti del mio nipotino di due anni, è indimenticabile. Come non posso dimenticare la prima volta che ho visto S.: un esserino bruno, di quasi quattro mesi, (nelle braccia di mia figlia, finalmente colme d'amore), dagli occhi dolci, accattivanti, stupiti; una piccola bocca che si schiude al sorriso, scoprendo un visetto arguto e pieno di fossette. Inizia la via dell'amore verso questa creatura nata da un'altra donna, così fragile, così sola fino a quel momento!
E senti che non è diverso quello che provi per lei, da quello che provi per l'altro nipotino; quello che segretamente temevi, non esiste, anzi! Nell'amore che provi per S. c'è una carica in più :un desiderio di darle tanto amore, tanto, perché ne è stata privata nei mesi in cui il bambino prende contatto col mondo e non è un contatto facile!
Ti scopri a pregare per la donna che l'ha partorita, che non l'ha uccisa all'inizio della gestazione, che l'ha nutrita col suo sangue, per donarla alla mia bambina che l'attendeva da tempo. Vuoi credere che abbia avuto un motivo gravissimo per decidere di abbandonare una neonata e che anche questo fosse, essere stato un sublime atto d'amore per consentirle, forse, una vita migliore.
Intanto assisti alla crescita di S.; scopri la sua intelligenza, le sue inclinazioni, il suo carattere, con un'attenzione maggiore del normale. Non puoi dire: " E' proprio uguale alla mamma ", oppure " Ha gli occhi del papà e la sua passione per la musica "; ma non vuol dire niente!
Ormai è in noi e l'amore è la vera catena genetica.
Certe volte dimentico che non e' stata partorita da mia figlia, tanto somiglia nella gestualità, nei gusti, nel carattere all'uno o all'altro dei genitori adottivi.
Sono passati cinque anni e mezzo.
A settembre S. andrà a scuola. Vedo mia figlia e mio genero felici; hanno formato con S. una bella famiglia. Li vedo uniti nello sforzo consapevole di educare la bambina nel migliore dei modi.
Secondo me la via dell'adozione è una via felice da percorrere: alla base però ci dovrebbe sempre essere un amore saldo tra i due coniugi e una grande serietà nell'affrontare una scelta che è sempre impegnativa. C'e' da augurarsi inoltre che i familiari possano affiancare i genitori in modo da avvolgere in una atmosfera di aiuto e di amore una creatura che ne ha particolarmente bisogno.
Io vorrei vivere a lungo per continuare la strada con S., per gioire delle sue gioie, per vederla diventare grande, per proteggerla ed aiutarla ad affrontare sofferenze e delusioni che purtroppo si presenteranno, inevitabilmente.
                                                                                                                                          M.F. 

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Le verità nascoste  

 

Sono le otto del mattino, un mattino grigio di Milano, tra quatto ore un giudice ci dirà se saremo dei genitori e noi dovremo scegliere fra il nostro egoismo e l’essere i giusti genitori.

Quello che sto scrivendo è molto triste e molto duro, soprattutto molto duro, perché è un momento che non si vorrebbe mai vivere, ma forse è meglio partire dall’inizio.

Nel 2000 abbiamo presentato la domanda di adozione nazionale ed internazionale in tribunale, allora non conoscevamo molti genitori adottivi e molti bambini adottati per poterci confrontare e così ci siamo rivolti all’unica mamma adottiva che tramite amici eravamo riusciti a contattare. Non voglio esprimere nessun giudizio su questa persona, purtroppo però tra il nostro desiderio di un figlio e la superficialità nostra e sua, i consigli non sono stati dei migliori. Così quando sulla domanda per la nazionale ci è stato chiesto che preclusione potessimo avere per il colore della pelle o le altre etnie abbiamo scritto: Nessuna!  Il suo suggerimento era stato questo, perché così  l’assistente sociale e la psicologa non ci avrebbero tormentato molto sull’argomento e più facilmente avremmo potuto avere l’idoneità per l’adozione internazionale.

E’ stato un grosso errore! Purtroppo non sono mai trapelate nei colloqui conoscitivi le perplessità di mio marito e un pochino anche le mie.

Non credendo che saremmo stati chiamati per la nazionale, abbiamo sempre pensato in cuor nostro che il problema si sarebbe risolto scegliendo un’associazione che seguisse esclusivamente paesi dell’est europeo.

Invece non è andata così!

Nell’anno e mezzo che è trascorso dalla presentazione della domanda abbiamo cercato di lavorare molto su noi stessi, abbiamo conosciuto altri genitori adottivi, questa volta con più fortuna, abbiamo lavorato con la psicologa e l’assistente sociale, fatto due corsi presso due associazioni e letto tanti libri, ma forse su questo argomento non abbiamo fatto quello che era veramente importante: ascoltare il nostro cuore.

Ormai, con il decreto d’idoneità in mano, avevamo scelto la nostra associazione e pensavamo che tra un anno e mezzo o due saremmo diventati genitori di un bimbo somaticamente vicino a noi. 

Invece.......   una settimana fa siamo stati contattati dal Tribunale dei Minori della nostra città, non riuscivamo a crederci, ma siamo rimasti abbastanza tranquilli anche se il nostro problema irrisolto a questo punto è venuto a galla con tutta la sua forza e la sua prepotenza. Cosa fare? andare dal giudice e dire: ci spiace abbiamo sbagliato. Ma come si fa? Il giudice in fondo è un uomo (o una donna) come noi con le sue convinzioni e i suoi pregiudizi e avremmo corso il rischio che non apprezzasse la nostra sincerità, così è cominciata una partita a poker. Abbiamo deciso di continuare a dire che per noi andava tutto bene, anche perché forse non avremmo nemmeno superato il primo colloquio e poi c’era sempre la speranza che il bimbo fosse simile a noi (mentre lo scrivo mi rendo conto di quanto è orribile).

Lo stesso giorno all’ora di pranzo siamo stati chiamati per la visita domiciliare ed è iniziato il panico e il tormento.

Io ho riflettuto molto ed ho capito finalmente il vero senso del titolo della nuova legge sull’adozione “i genitori migliori per un bambino”.  Ho capito che anche se con un dolore che trita l’anima e spezza il cuore avremmo dovuto mettere da parte il nostro desiderio di essere genitori se non ci fossimo identificati in questo bambino, se avessimo riconosciuto la nostra incapacità ad amarlo completamente e per sempre.

Abbiamo parlato, mio marito ed io, tanto, tantissimo, abbiamo provato a darci giustificazioni del tipo: la società non è ancora pronta, se ci succedesse qualcosa sarebbe da solo e via dicendo, ma ieri sera alle nove ci siamo messi davanti alla verità: la verità è che se un figlio è amato completamente non sarà mai solo di fronte a nessuna società perché avrà la forza che gli si è saputo trasmettere, ma se non è amato allora sarà solo due volte  e questo non lo vorremmo mai.

Così insieme abbiamo deciso che se oggi avremmo capito di non essere capaci avremmo anche trovato la forza di dire no!  Siamo certi e ci auguriamo che ci sarà un’altra coppia più pronta di noi e sicuramente con un cuore più grande per questo bambino, che comunque non ci lascerà mai e farà parte dei nostri pensieri sempre, ma amare, amare davvero qualcuno significa anche rinunciare per il suo bene, perché sia felice, e con un figlio non si può dire " bè non si sa mai, possiamo provare, magari va bene,  c’è chi lo fa con i figli biologici, perché capitano, perché potrebbero salvare un matrimonio, ecc. ed è un errore madornale, figuriamoci un figlio adottivo, che ha già tanta sofferenza in se " .  No, non sarebbe giusto.

Il giudice ha provato a provocarci ponendo a mio marito questa domanda:  se suo figlio a quindici anni le dice “papà voglio la moto” lei risponde “no” e lui “allora vado dal mio vero padre” cosa farà, come si comporterà ? 

E’ una bella provocazione che può far soffrire, che fa riflettere e con la quale bisogna riflettere con il proprio figlio, ma ce ne è una ancora più grave che ci siamo posti da soli.

“Perché mi avete adottato se non eravate capaci di amarmi?”

Quello che succederà oggi alle dodici in un modo o nell’altro cambierà la nostra vita, ed io prego  Dio che ci dia la forza e ci illumini per trovare il cammino più giusto, e che in ogni caso ci sostenga nella felicità o nel dolore che oggi  e per i giorni a venire proveremo.

Ho voluto raccontare quanto ci è successo, perché  il nostro percorso ci ha fatto capire che la preparazione che facciamo, anche la migliore, fatta con il maggior impegno possibile, è sempre e solo teoria. Noi abbiamo immaginato il nostro bambino, l’abbiamo desiderato, ma non è mai stato reale come in questi tre giorni e solo quando comincia ad essere reale, almeno per noi, che il cuore si apre davvero e che si conoscono i propri limiti.

Spero che la nostra esperienza possa servire a chi fa il nostro stesso cammino e l’unico consiglio che posso dare è : non nascondete mai la verità a voi stessi, al vostro compagno, siate onesti per voi ma sopratutto per il figlio che desiderate e non pensiate mai di essere giudicati per un vostro qualsiasi limite, che sia il colore, la salute o quant’altro, perché crescere in tre soli giorni come è successo a noi è un dolore molto forte, un nuovo lutto, che avremmo potuto evitare, perché la verità non può essere nascosta per sempre.

Una coppia di Genitori

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             Aggiornato il 03-02-2023